a cura del Prof. Marco Fagioli
Volendo percorrere, se può servire, la strada dell’analisi stilistica le xilografie di Ligustro non sono dunque vicine a quelle dei maestri dell’epoca d’oro dell’Ukiyo-e, Harunobu, Utamaro, Kiyonaga, ai quali egli ha guardato e ai quali ha reso omaggio come nella stampaAragosta, 1997, ha fatto con Hiroshige; sono invece vicine a quelle di outsider della xilografia, come Paul Jacoulet, ed ai maestri giapponesi del Novecento, quali Yamamoto Shoun (1870 – 1965), con quei tipici riquadri floreali intorno ai ritratti femminili, Kawase Hasui (1883 – 1957), quando disegna fiori, come in Iris, 1929, e non paesaggi, infine Yamamura Koka (1885 – 1942), artisti tutti questi che declinarono la traditio dell’Ukiyo-e nella modernità.
Eun altro piccolo gioiello di Ligustro, che è il ritratto di Lindasay Kemp in Onnagata, 1992, ci conferma questa sua vocazione verso i maestri tra le due guerre, una vocazione certo non leziosa ma neppure severa, quanto invece fantasiosa.
Ecco, nell’uscire dallo studio di Ligustro dopo la mia visita, vedo nello scaffale dei suoi libri più cari le monografie di Seraut, Touluse Lautrec, il Doganiere Rousseau, ma anche Folon, e penso che mai, come nella xilografia, la grande arte del disegno si è sposata con la fatica manuale, lo scavare dell’intagliatore.
Ligustro mi sorride e mi racconta come fa a procurarsi quella polvere, mica perlacea di conchiglia, che rende così preziose le sue stampe, dalla Corea; solo ora capisco perché questi fogli hanno così entusiasmato il nostro comune amico e maestro Jack Hillier, al quale la critica moderna dell’Ukiyo-e deve tanto: “Your print is so enchanting, so exquisitely cut and printed, that i do not think anything i can teach you (…), You have produced something so personal and original, that it might even harm your work if you had regular instructions which might tend to cramp your style”, (da una lettera di Hillier a Ligustro del 10 Luglio 1987).
Aveva capito bene Hillier, che prima di essere studioso era appassionato xilografo, quanto la storia dell’incisione in ogni tempo si rinnovi e, al di fuori di ogni convenzione, produca i suoi puri frutti
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